Al grido di “Canarias tiene un limite”, le Canarie hanno un limite, decine di migliaia di residenti nelle otto isole dell’arcipelago delle Canarie hanno inscenato mobilitazioni simultanee per protestare contro un modello di sviluppo basato sul turismo di massa e sullo sfruttamento dell’ambiente e delle risorse naturali che depaupera il territorio.
Migliaia di persone convocate da associazioni ecologiste e sociali hanno detto basta all’eccesso di turismo sulle isole “insostenibile e a beneficio di pochi, che non si ripercuote positivamente sulle isole, espelle i residenti e rende difficile la convivenza”.
I residenti nell’arcipelago reclamano un cambio del paradigma di sviluppo del settore turistico che, sebbene origini il 40 per cento dell’occupazione totale e contribuisca al 36 per cento del Pil delle isole, non distribuisce ricchezza fra la popolazione, ma provoca un’escalation dei prezzi degli alloggi ed è causa dell’aggravamento delle disuguaglianze, con il rischio di esclusione sociale del 33 per cento della popolazione.
Nel 2023 le Canarie hanno registrato il numero più alto di arrivi turistici in Spagna, 13,9 milioni di persone, rispetto a una popolazione residente di 2,2 milioni che vede tassi di povertà particolarmente elevati (1 su 3 è a rischio).
Contro il modello di sfruttamento intensivo, che “consuma una grande quantità di risorse, si concentra sulle zone costiere delle isole e trasforma il territorio”, molti isolani reclamano misure immediate come l’istituzione di un’ecotassa per i turisti, una moratoria turistica e leggi che consentano l’accesso preferenziale alle case a residenti e lavoratori.