Fa un certo effetto vedere il figlio maggiore del giornalista saudita Jamal Khashoggi, ucciso il 2 ottobre 2018 nel Consolato di Riad a Istanbul, stringere la mano al principe ereditario Mohammed bin Salman, sospettato da mezzo mondo di aver orchestrato l’omicidio di suo padre.
C’è un perché. La famiglia ha accettato il risarcimento milionario offerto dal governo saudita. Un atto – definito da Salah Khashoggi su Twitter - di generosità e umanità”. Il post coincide con la prima affermazione pubblica della famiglia da quando il Washington Post ha riferito nei giorni scorsi che tutti e quattro i figli adulti di Khashoggi hanno ricevuto case multimilionarie presso la città portuale di Gedda e cominciato a ricever bonifici mensili superiori a 10 mila dollari ciascuno.
I pagamenti, scrive il Washington Post (il giornale per cui Khashoggi collaborava), fanno parte di un tentativo dell'Arabia Saudita di dissuadere la famiglia del giornalista dall’intranprendere qualunque azione legale.