Domenica 10 giugno i cittadini svizzeri hanno avuto l'occasione di rivoluzionare il sistema bancario. Se il referendum fosse passato, le banche avrebbero potuto prestare soltanto il denaro che detengono effettivamente nei loro depositi. Ciò significa che la quantità di denaro in circolazione sarebbe diminuita bruscamente e diventato più difficile attingere alle fonti di finanziamento.
In tal modo la Banca centrale, visto che lo stampa, avrebbe avuto il controllo totale sul denaro circolante. Sarebbe stata - la Svizzera - il primo paese al mondo a farlo e avrebbe potut contagiare facilmente altre economie, attratte dalla stessa prospettiva.
Sono due le tipologie di moneta in circolazione: il contante e “quella scritturale”. Quest’ultima è costituita dal denaro che non necessariamente ha una forma fisica. Quando una banca eroga un credito, di fatto, non detiene – tutto - il denaro che sta concedendo. Così come il denaro depositato sul nostro conto corrente, fisicamente non è lì. Ecco perché sulla moneta scritturale – a differenza del contante - la banca centrale esercita un controllo indiretto.
Questa è la ragione per la quale se tutti andassero a ritirare i propri depositi contemporaneamente le banche fallirebbero. In ogni momento, infatti, la loro “esposizione” è un multiplo delle riserve di denaro contante accantonate in caso di problemi. E molte delle crisi bancarie, soprattutto in Italia, proprio da questo sono dipese.
Se avesse vinto il SÌ - le banche private svizzere non avrebbero potuto più “creare” moneta, come fanno oggi le banche di tutto il mondo. Una rivoluzione a portata di mano, che gli svizzeri hanno preferito evitare.