Una nuova valuta per disancorare l’economia dell’America Latina dall’ossessione del dollaro

Brasile e Argentina verso la creazione di una moneta unica: l’obiettivo è ridurre la dipendenza dei due Paesi dagli Stati Uniti

Una nuova valuta per disancorare l’economia dell’America Latina

Il suo nome sarà Sur. Una nuova moneta per un sogno latino cullato da molto tempo: disancorare l’economia dell’America Latina dal dollaro. L’Argentina, in profonda crisi economica, sociale e politica da lungo tempo, si è fatta promotrice della valuta che dovrebbe – nell’ottica di Buenos Aires - porsi alla pari di euro, dollaro, yen e franco francese, rivoluzionando gli scambi commerciali a livello globale e concorrendo al 5% del Pil mondiale.

Nata già da un paio di anni, l’idea si era concretizzata negli ultimi mesi con una serie di incontri tra i ministri dell’Economia argentino e brasiliano. Paulo Guedes, ministro delle Finanze nel passato governo guidato da Jair Bolsonaro, sembrava crederci. Ma le sue speranze erano poi state spente dalla Banca Centrale brasiliana. Con l’arrivo di Lula alla guida del gigante del Sudamerica, l’Argentina ha di nuovo rilanciato la proposta al suo importante vicino (anche se l’idea è allargarla a tutti i paesi della regione, compresa l’America Centrale, i Caraibi e persino il Messico).

Tra Brasilia e Buenos Aires scorre un commercio fiorente che, secondo il Financial Times, ha raggiunto i 26,4 miliardi di dollari nei primi 11 mesi del 2022. Tuttavia, mentre il Brasile ha registrato un’economia in crescita nell’ultimo anno, l’Argentina continua a restare incastrata nella sua eterna inflazione che ora sfiora il 100% e costringe la Banca Centrale a stampare denaro per finanziare la spesa. La quantità di valuta in circolazione negli ultimi tre anni di governo Fernández nel paese albiceleste si è quadruplicata.

Il nuovo conio, il Sur, sgancerebbe il paese dal dollaro, una dipendenza che si è nel tempo trasformata in ossessione; aprirebbe le porte ai mercati del debito internazionale ancora bruciati dal default del 2020 e dalla mancata restituzione di 40 miliardi di dollari all’Fmi. Anche se l’idea è allargarla a tutti i paesi della regione, compresa l’America Centrale, i Caraibi e persino il Messico. Ci vorrà del tempo. D’altronde, l’Europa ce ne ha messi 35 per varare l’euro.

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