Nel paese guidato da Erdogan il livello dei prezzi al consumo a dicembre è schizzato al 36,1% L’inflazione nell’area Ocse ha raggiunto il massimo da 30 anni, balzando al 6,6% nei 12 mesi a dicembre dal 5,9% di novembre e contro l’1,2% segnato un anno prima. Si tratta del livello più alto dal luglio 1991.
Ad incidere è stato in parte l’andamento della Turchia, che ha registrato un aumento dell’inflazione al 36,1% nell’ultimo mese del 2021, dal 21,3% di novembre. Escludendo la Turchia, l’incremento medio del livello dei prezzi al consumo nei paesi industrializzati risulta relativamente più moderato (5,6% dal 5,3%).
A spingere al rialzo restano i prezzi del comparto energetico, con un aumento del 25,6% su base annua, che è in calo di due punti percentuali rispetto al 27,6% di novembre, ma è molto più significativo del 4,2% segnato nel dicembre 2020.
È in accelerazione, al contrario, l’inflazione dei prezzi alimentari che ha raggiunto il 6,8% nell’ultimo mese dello scorso anno dal 5,5% del precedente e dal 3,2% del dicembre 2020.
Il punto è che, anche escludendo energia e alimentari, l’inflazione annuale dell’area Ocse è comunque in netto aumento, risultando del 4,6% dal 3,9% di novembre.
Considerando l’intero 2021, i prezzi nei membri Ocse sono saliti al 4% dall’1,4% del 2020 ed è la media annuale più elevata dal 2000. I prezzi dell’energia hanno registrato un aumento del 15,4%, il maggiore dal 1981, dopo essere diminuiti del 6,5% nel 2020.
Escludendo energia e alimentari, l’inflazione media Ocse dello scorso anno è stata del 2,9% dall’1,8% del 2020.