Il governo britannico ha vinto la lotta contro l’inflazione? In realtà, il Paese non è ancora fuori pericolo, come dimostra l’ennesimo rialzo dei tassi di interesse (ora al 5,25 per cento) adottato nei giorni scorsi dalla Bank of England (BoE) e l’abbassamento delle previsioni di crescita secondo le stime della Banca centrale britannica. In Spagna, invece, l’inflazione è già arrivata all’obiettivo del 2 per cento. A cosa è dovuta questa differenza tra Londra e Madrid?
La risposta si chiama politica economica: il governo iberico ha intrapreso un’azione più rapida e concertata rispetto all’esecutivo britannico. La Spagna ha limitato i prezzi dell’energia più del Regno Unito, ha abbassato il costo del trasporto pubblico, ha tassato gli extraprofitti delle imprese e ha posto un limite all’aumento degli affitti. Ciò ha impedito all’inflazione di produrre metastasi in tutta l’economia domestica.
In pratica, è stata usata la politica fiscale per ridurre i prezzi. Un esempio è offerto dall’introduzione del tetto ai prezzi dei beni energetici che dovrebbe restare in Spagna fino al 2024. Un simile provvedimento, anche se su scala ridotta, è stato adottato anche nel Regno Unito, ma in autunno scadrà.
La politica fiscale sembra essere l’arma corretta visto che quello a cui stiamo assistendo, anche nel Regno Unito, è una sorta di gioco dei pacchi, anzi del pacco. Non nel senso del pacco regalo, ma di quello che ad esempio in gergo romanesco è definito ‘una sola’. In sostanza, l’inflazione è principalmente dovuta al tentativo di trasferire costi più elevati ad altri. Il problema è che spesso ciò sta avvenendo anche in assenza di un aumento dei costi. Con il risultato che alcune imprese stanno vedendo schizzare in alto i loro profitti.
Probabilmente, visto l’aumento della disoccupazione e i rischi recessivi alle porte, (solo) l’anno prossimo l’inflazione diminuirà in Gran Bretagna. Quindi, non è ancora troppo tardi per cambiare rotta, anche perché il rischio è che nel frattempo la malattia passi ma il paziente muoia. Occorre, in tal senso, considerare che la trasmissione delle decisioni di politica monetaria a tutta l’economia può impiegare fino a 12-18 mesi. Tradotto, per riprendersi l’economia ha bisogno di tempo.
La BoE dovrebbe pertanto evitare, secondo alcuni osservatori, ulteriori rialzi dei tassi e considerare semmai la possibilità di ridurli a breve, guardando all’esperienza iberica che, dopotutto, dimostra come l’inflazione possa scendere senza che l’economia vada in tilt. Se infatti i costi dell’inflazione fossero equamente ripartiti, anche le imprese e i proprietari di immobili subirebbero un duro colpo e sarebbero chiamati ad assorbirebbe parte dei costi, ma si eviterebbe quantomeno di far ricadere sui lavoratori buona parte dell’aumento dei prezzi al consumo.