Il destino dell’economia statunitense “dipende in modo significativo dall’andamento dalla pandemia di coronavirus”. L’allarme è della Federal Reserve, che ha lasciato invariati i tassi di interesse e prolungato fino al 31 marzo 2021 le ‘swap line’ in dollari con le banche centrali di Australia, Brasile, Corea del Sud, Messico, Singapore, Svezia, Danimarca, Norvegia e Nuova Zelanda per evitare strozzature sul mercato dei biglietti verdi.
Le ‘swap line’ in valuta è un accordo tra due banche centrali per lo scambio delle rispettive valute. Consente a una banca centrale di ottenere liquidità in valuta estera (in genere per soddisfare il fabbisogno delle banche commerciali del proprio paese) presso la banca centrale che emette tale valuta.
A spaventare la Banca centrale è l’impennata dei contagi registrato negli Usa nelle ultime settimane. Una piena ripresa dell’economia statunitense - avverte il presidente Jerome Powell - è “improbabile se le persone non si sentiranno sicure di poter tornare alla normalità”.
Ma La Fed è pronta a fare “tutto il possibile per limitare danni duraturi all’economia”. Ma non basterà. Secondo Powell, “l’attuale crisi economica è la più grave delle nostre vite e per tornare alla normalità c’è ancora bisogno del sostegno sia della politica monetaria che di quella fiscale”. Anche perché quello della disoccupazione resta un problema e “non ci saranno abbastanza posti di lavoro per tutti”.