Il 16 marzo il ministero delle Finanze russo ha emesso 1,5 miliardi di dollari di eurobond con il 4,6% di interessi annuali e altri 2,5 mld con il 5,25%. Emettere speciali obbligazioni in valuta estera per aiutare i russi più ricchi, in modo sicuro e anonimo, a rimpatriare i loro capitali e proteggerli da un possibile inasprimento delle sanzioni occidentali. Questa idea era stata suggerita nel mese di dicembre 2017 dal presidente Vladimir Putin e pochi giorni fa attuata, con successo.
All’asta hanno partecipato quasi 170 investitori, il 39% dei quali provenienti dalla Gran Bretagna, seguiti dagli Stati Uniti (25%) e dalla Russia (22%). Europa e Asia hanno segnato il 14%. Al di là dei numeri ufficiali è possibile che il Regno Unito stia acquistando segretamente eurobond russi nel caso Skripal? Secondo il ministro delle Finanze russo, Anton Siluanov, non si può escludere.
Una cosa è, invece, sicura. Poiché la domanda complessiva di acquisto dei bond ha superato i 7 miliardi di dollari, un gran numero di potenziali acquirenti non ha potuto investire in titoli russi. Un buon segno secondo Yekaterina Novikova, economista senior con l’Istituto Plekhanov a Mosca.
Mentre le relazioni politiche con Stati Uniti e Regno Unito continuano a deteriorarsi, la posizione finanziaria della Russia si rafforza: ha il sesto livello più basso al mondo di debito pubblico e la sesta più alta riserva finanziaria mondiale, che è aumentata di ulteriori 75 mld di dollari dall'inizio del 2017.
La voce di quoted
Il successo dei bond russi sui mercati nasconde un paese in difficoltà. Oltre al debito pubblico, gli indicatori macroeconomici sono tanti e, nel caso della Federazione, non suonano una sinfonia. Tra i vari problemi che ancora attanagliano l’economia, l’ineguaglianza e la sperequata distribuzione del reddito erano e restano due ostacoli che sembrano al momento insormontabili.