Camilo Reijers de Oliveira, noto come Camilo, è un calciatore brasiliano. Arrivato un paio di anni fa in Europa all’Olympique Lione, è stato poco dopo rimandato in prestito in Brasile. L’anno successivo è andato in prestito in Belgio. Poi l’estate scorsa è stato venduto dal Lione all’Akhmat Grozny. E, qui, la storia di Camilo si complica.
Il problema sono le sanzioni che l’Ue ha imposto alla Russia. Con molte banche, istituzioni finanziarie, aziende e persone non è possibile fare affari, così come con la squadra di calcio di Grozny.
L’Olympique Lione sostiene che il giocatore si sia trasferito a costo zero, ma in realtà ha mantenuto il 20 per cento sulla futura rivendita. Se anche fosse stato regalato, il club francese avrebbe violato le sanzioni, in quanto un calciatore è un asset economico per chi lo riceve.
Camilo è comunque la punta di un iceberg. Come segnala l’inchiesta Follow The Money coordinata da diversi quotidiani europei, ci sarebbero in ballo almeno un centinaio di trasferimenti e una trentina di squadre, tra cui anche Real Sociedad e Nizza. E le italiane Torino e Bologna.
Dall’invasione dell’Ucraina del febbraio 2022, ci sono stati trasferimenti da e per i campionati russi che hanno movimentato cifre vicine ai 300 milioni di dollari.
Che sia anche colpa dei club che ci hanno lucrato, delle banche che li hanno autorizzati o delle federazioni nazionali che li hanno agevolati, alla fine è stata la Fifa a mettere il timbro su operazioni che non si sarebbero potute fare.