Si tratta di 36 miliardi che andrebbero spesi entro il 2021. Balza subito agli occhi la ristrettezza dei tempi. Cosa possiamo mettere su in appena 18 mesi se non abbiamo ancora idea da dove cominciare?
Intendiamoci, aumentare la spesa pubblica può essere un fatto positivo purché sia remunerativa in termini sociali (aumento del benessere della popolazione) ed economici. Così come migliorare il settore sanitario è auspicabile. Ma 36 mld sono tanti: è un lusso che possiamo permetterci?
La risposta potrebbe provenire da un dettagliato programma che indichi cosa, come, e dove fare. Ma ad oggi il governo è stato sconcertante: non ha speso una parola su questo.
Nel frattempo giunge la notizia che Grecia, Portogallo e Spagna hanno messo le mani avanti, anticipando che non ricorreranno al Mes. La spiegazione è univoca e semplice: “Finora non abbiamo nessun problema di accesso ai mercati finanziari”.
In effetti, l’Italia invce qualche problema ce l’ha. O meglio, ricorrendo al Mes potrebbe risparmiare sul tasso di interesse (si parla di un vantaggio pari a 7 miliardi in dieci anni). Ma torniamo al punto iniziale: per farci cosa? E con quali effetti economici e occupazionali?
Il rischio è sviluppare la migliore Sanità al mondo in un paese che rischia tuttavia di riscoprirsi più povero (e indebitatto) di prima.
Ma ci sarebbe una scappatoia. I costi ammessi (relativi al settore sanitario) sono quelli diretti e indiretti. Cosa si intende esattamente per indiretti? Se per costruire un ospedale sono autorizzato a finanziare altre grandi opere infrastrutturali (ad esempio ferrovie, strade, ecc) allora il discorso potrebbe in parte cambiare. Altrimenti il Mes per l’Italia potrebbe rivelarsi un lusso, al momento, insostenibile.