Un impianto cerebrale per collegare direttamente il cervello umano con l’intelligenza artificiale (IA) per magari riparare le lesioni cerebrali. Questa è la visione di Elon Musk, che ha rivelato i progetti per la sua compagnia Neuralink fondata nel 2016.
“In pratica si effettua un foro nel cranio, che lascia solo una piccola cicatrice, e si inserisce il dispositivo - spiega Musk -. Questa tecnologia potrebbe evolversi in una sorta di interfaccia cerebrale completa, che consentirebbe la simbiosi tra uomo e IA.”
E i tempi? “Potremmo essere in grado di impiantare un collegamento neurale in una persona in meno di un anno. E in poco più di 25 anni potremmo riuscire a creare un’intera interfaccia cerebrale, in modo che tutti i neuroni di una persona siano collegati a un’estensione.”
Il diametro di questi apparecchi - che secondo Musk potrebbero riparare le lesioni cerebrali e consentire ad esempio ai paraplegici di tornare a camminare - non supererà i due centimetri e mezzo. E “il chip potrebbe modificare anche il modo in cui avvengono le relazioni tra esseri umani”.
Qualcosa di cui preoccuparci? Non proprio per Musk: “È un pò come quando lasciamo tracce di noi stessi nei computer e negli smartphone, solo che in questo caso sarebbe una porzione più ampia delle nostre identità a essere nel cloud”.