Uğur Şahin e Özlem Türeci, marito e moglie, sono i co-fondatori di BioNTech, l’azienda biofarmaceutica che ha inventato il primo vaccino contro il Covid-19. I due, cittadini turchi naturalizzati tedeschi, sono stati premiati in Germania e il loro lavoro riconosciuto a livello istituzionale.
Il siero è nato durante una colazione e disegnato in appena 24 ore. Era il 25 gennaio 2020, il giorno del primo contagio in Germania. E qui entra in gioco Katalin Karikó, vicepresidente dell’azienda, che a Repubblica dice: “Quando a novembre del 2020 mi hanno detto che il vaccino funzionava non mi sono sorpresa troppo: io lo sapevo già”. Ma riconosce: “Lo vedevo come un modo per rimpiazzare i normali farmaci: l’idea era di dare alle nostre cellule, grazie all’Rna messaggero (mRna), le istruzioni per produrre proteine in grado di curare le malattie”, mentre “invece con l’Rna può far sì che le sue cellule producano di continuo quella proteina per 2-3 giorni e tutto si risolve”. E, da qui, il passaggio da farmaco a vaccino. Karikó, tuttavia, resta ben cosciente che il virus non sparirà. E ancora non si sa se avremo bisogno di una vaccinazione ogni anno oppure ogni 5.
La biochimica ungherese, 66 anni, è la pioniera dei vaccini basati sulla molecola dell’Rna, che oggi stanno salvando dal Covid centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Ma la scoperta che, secondo alcuni, potrebbe portarle il Nobel, è solo una delle tappe nella vita di una donna determinata che ha superato scetticismi, ostacoli e avversità. “Negli Stati Uniti continuavo a chiedere fondi per le mie ricerche, ma venivo respinta regolarmente”, spiega.
Fino al successo del siero anti-Covid. Ma non c’è tempo per autocelebrarsi e così subito rilancia. Con i due fondatori dell’azienda si è posta un altro obiettivo importante: battere i tumori. La loro idea è di usare il sistema immunitario contro il cancro, iniettando nel tumore un mRna che spinga le cellule tumorali a fare qualcosa che attiri l’attenzione del sistema immunitario: rilasciare citochine. Così – conclude Karikó - “le cellule immunitarie localizzano quelle tumorali, ovunque esse siano — quindi vale anche quando il cancro metastatizza e arriva altrove — e possono distruggerle”.