Ri-utilizzare l’urina come fertilizzante per i parchi. L’idea australiana

Ri-utilizzare l’urina come fertilizzante per i parchi

È ricca di potassio, fosforo e azoto, potrebbe essere perfetta, ovviamente riciclata e trattata, per fertilizzare i parchi delle città. Ma ce ne liberiamo appena possibile (anche con repulsione). Stiamo parlando dell’urina, quella umana, che di potassio, fosforo e azoto è fonte libera, abbondante e inesauribile. Dei suoi possibili usi per aiutare le piante a crescere si è occupato uno studio della Griffith University, università della South East Queensland, in Australia: una ricerca che è anche un progetto di quattro anni.

Da una parte la teoria, dall’altra la sperimentazione sul campo. Di che si tratta? Nei servizi igienici dei parchi verrà installato un dispositivo per la separazione delle urine che intrappolerebbe i nutrienti adatti al riutilizzo, rimuovendo contemporaneamente le sostanze chimiche indesiderate, come i metalli pesanti.

Insomma, la tecnologia, fa sapere il team di lavoro, già esiste. I muri da superare sono piuttosto normativi e ovviamente sociali (il “fattore schifo”). Se vogliamo arrivare a zero emissioni nette di carbonio, dobbiamo prendere le distanze dai fertilizzanti sintetici.

L’urina umana certo può contenere elementi indesiderati come agenti patogeni, ormoni e antibiotici che devono essere elaborati. "Ma le cose buone sono l'azoto, il fosforo e il potassio che le piante amano.

Il fosforo non è rinnovabile, ma lo usiamo come fertilizzante e coltiviamo tutte le nostre verdure con esso e poi alla fine lo gettiamo nel gabinetto. Non abbiamo modo di recuperarlo dall'oceano e non c'è nuovo fosforo che viene depositato. Ci sono rischi per la salute pubblica che devono essere gestiti, ma ci sono buone ragioni per pensare che si possa fare molto bene. Una volta che le persone capiranno l'importanza dell'uso sostenibile di risorse limitate, penso che supererà qualsiasi tipo di ”fattore schifo”.

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