Per il vettore in perdita Alitalia sono pervenute tre offerte entro la scadenza dei termini. Due sono vincolanti, mentre la terza è una manifestazione di interesse. Lo si legge in una nota della compagnia. Nei prossimi giorni, i commissari provvederanno a esaminare in dettaglio la documentazione ricevuta e successivamente a trasmettere le proprie determinazioni al ministero dello Sviluppo Economico.
Fs ha presentato un'offerta vincolante per l'acquisto dei rami d'azienda delle società Alitalia-Sai e Alitalia Cityliner. L'offerta stabilisce che venga fatto un piano industriale nel corso di una 'confirmatory due diligence', condizione essenziale dell'operazione per individuare soggetti privati e istituzionali interessati. Contemporaneamente Fs si riserva di costituire una società anche con la compartecipazione di un primario vettore aereo.
Oltre a quella di Fs, sono giunte altre due offerte: dalla low cost britannica EasyJet – che ha ribadito "la propria manifestazione di interesse per un'Alitalia ristrutturata" – e una vincolante dalla statunitense Delta Air Lines.
Nei giorni scorsi la compagnia tedesca Lufthansa aveva fatto un netto passo indietro, dopo aver ventilato per mesi un interesse verso la compagnia italiana. Ma le scelte del governo Conte non hanno convinto i tedeschi. L’amministratore delegato Carsten Spohr ha spiegato che "non saremo co-investitori insieme all'esecutivo di una compagnia aerea in fase di ristrutturazione".
Intanto, dopo dieci anni di enormi difficoltà, Alitalia è tornata a macinare profitti - seppur minimi. L’utile ha segnato 2 milioni di euro relativamente al terzo trimestre del 2018. Si tratta di un cambio di passo non trascurabile se si considera che per gennaio, febbraio e marzo del 2018 la perdita era quantificabile in 315,2 mln.
Al momento Alitalia è in mano a un’amministrazione straordinaria, dopo che a maggio del 2017 l’assemblea dei soci ha sancito definitivamente l’uscita di Etihad Airways (che possedeva il 49%) e di tutti i partecipanti di minoranza, dando il via all’intervento del ministero dello Sviluppo Economico. Subito dopo, l'erogazione dallo stesso dicastero di un prestito di 600 mln (poi salito a 900) e nominati commissari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari.
Lo scoglio principale resta proprio quel prestito che, secondo le regole europee, dovrà essere restitutito al governo italiano entro dicembre. Da qui, l’idea di Luigi Di Maio di chiedere alle compagnie controllate dallo Stato di venire in soccorso di Alitalia. L’alternativa sarebbe la scelta più dolorosa e antieconomica in assoluto: la liquidazione.