Intanto Alitalia, che ha più di 11 mila dipendenti, perde più di un milione di euro al giorno. Senza una ricapitalizzazione, a fine settembre la ex compagnia di bandiera avrà una disponibilità di cassa di 150 milioni. Non abbastanza per avere il permesso dall’Ente per l’aviazione civile a continuare a volare. Il vettore resta troppo piccolo per competere con le grandi compagnie e troppo grande per battere le low cost.
Vediamo i numeri. Il ministero del Tesoro può investire al massimo 145 mln. Ferrovie non è comunque disponibile ad mettere sul piatto più del 35% delle quote. Il resto dovrà venire dai privati. La statunitense Delta è disposta a mettere fra il 10 e il 15% delle quote.
A questo punto Di Maio ha tre possibilità. L’azionista di maggioranza della compagnia colombiana Avianca, Germán Efromovich. Sono interessati anche Carlo e Riccardo Toto, ma non godono di grande credibilità. C’è poi il presidente della Lazio Claudio Lotito, il quale però non avrebbe le garanzie necessarie a un investimento significativo. Resta la famiglia Benetton e Atlantia. Il problema in questo caso sono i pessimi rapporti con il governo.
Quindi?