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Meno 130 miliardi di capitalizzazione in un giorno. Continua la caduta del titolo Tesla (-15,4% a 222 dollari lunedì 10 marzo, sempre più lontano dal top di 488 in dicembre), che da inizio d’anno ha lasciato sul parterre il 45% del valore.
A fine dicembre la capitalizzazione aveva toccato un record di 1.500 miliardi di dollari. Poi il 10 marzo, nella peggior seduta da 4 anni, è stato infranto a ritroso il muro degli 800 e per poco anche quello dei 700.
In realtà, già nel 2024 il brand texano aveva dovuto fare i conti con il suo primo calo annuale globale in un decennio.
In Cina le vendite dell’azienda guidata da Elon Musk hanno registrato un crollo del 49% a febbraio rispetto all’anno precedente. Poco più di 30mila le unità vendute (30.688).
Di fatto, un ritorno ai livelli di luglio 2022, quando il Dragone era in piena pandemia. A gennaio Tesla aveva perso l’11,5% a 63.238 unità. Tutto questo è valso l’arretramento al posto numero 11 tra i primi 12 produttori automobilistici in Cina e la quota di mercato si è ristretta al di sotto del 5%. La rivale cinese BYD ha il 15%.
Morgan Stanley vede problemi a medio termine. I ricavi di Tesla in Cina sarebbero destinati ad arretrare del 66% entro il 2030. A meno che, sostengono gli analisti della banca americana, la casa di Austin non punti su prezzi più competitivi e un’integrazione più profonda con la tecnologia locale.
Occorre anche considerare che, osservando i primi sette gruppi mondiali del settore automotive, Tesla ha prodotto 1,8 milioni di veicoli nel 2024 a fronte dei 44 milioni delle altre.
Che cosa sta succedendo? Il tracollo del player Usa non può essere spiegato solo dal nervosismo dei mercati per le incertezze sui destini dell’economia Usa o dalla fase di lancio del restyling della Model Y. Nei mesi di gennaio e febbraio, la filiale cinese di Tesla ha venduto 93.926 veicoli, incluse le esportazioni. Significa -28,7% rispetto ai 131.812 del primo bimestre 2024.
Oltre ai problemi sui mercati, in Borsa il titolo Tesla sta precipitando da settimane. Elon Musk sembra sempre più distratto da altri progetti, tra cui il contestato DOGE (Department of Government Efficiency), che sta generando non poca incertezza tra gli investitori, rallentando così i processi di innovazione che hanno reso Tesla un punto di riferimento.
C’è poi l’effetto reputazione. Il supporto di Musk alla destra di AfD in Germania potrebbe avergli alienato i favori di parte del pubblico tedesco, e non solo. In Germania il crollo del vendite a febbraio è stato molto forte (-76%). E un calo a due cifre è in corso anche in California, tradizionale roccaforte degli amanti delle auto a zero emissioni.