I costruttori cinesi ora puntano sulle ibride per dribblare i dazi europei

I costruttori cinesi ora puntano sulle ibride per dribblare i dazi europei

I produttori si sono gettati a capofitto sui veicoli ibridi e “intelligenti” dribblando l’aumento fino al 45,3% dei dazi d’importazione sulle auto prodotte in Cina deciso a fine ottobre dalla Commissione europea su quelli a batteria.

L’export dalla Cina verso l’Unione Europea ora scommette sulle ibride, la cui popolarità è in crescita anche nel mercato cinese. 

I dati della China Passenger Car Association evidenziano che nel periodo luglio-ottobre 2024, le esportazioni di ibride in Europa sono più che triplicate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Nel terzo trimestre 2024, l’export di ibride plug-in e ibride convenzionali hanno rappresentato il 18% delle vendite totali di veicoli cinesi in Europa e si prevede che nel 2025 supereranno il 20%.

In parallelo, sempre nel terzo trimestre 2024, la percentuale di spedizioni di veicoli elettrici è scesa dal 62 al 58% del totale dei veicoli cinesi esportati in Europa.

Non stupisce, dunque, che nel suo impianto in costruzione a Szeged, in Ungheria - dove la produzione dovrebbe cominciare nella seconda metà di quest’anno - BYD stia considerando la produzione sia di veicoli elettrici che ibridi.

Geely, la numero due, ha nel frattempo studiato un nuovo ibrido plug-in pensato appositamente per il mercato europeo.

Saic ha fatto sapere che prevede modelli con vari sistemi di propulsione per il mercato del Vecchio continente.

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