Per percorrere la stessa tratta in Europa, un biglietto del treno può costare anche 30 volte in più rispetto a un volo aereo. Questo perché le compagnie aeree non pagano alcuna tassa sui carburanti, ricevono sussidi finanziati con le tasse dei contribuenti e non pagano l’Iva sui voli internazionali.
I treni, invece, pagano tutto e non ricevono sussidi, pur essendo una scelta di trasporto decisamente più ecologica. A metterlo in evidenza è un nuovo studio di Greenpeace, che ha confrontato il costo dei biglietti aerei e ferroviari di 112 diverse tratte europee.
In sostanza, i biglietti aerei low cost non sono costati davvero 10 o 20 euro. In realtà, secondo le analisi della Federazione europea per i trasporti e l’ambiente, li abbiamo pagati ben 34,2 miliardi di euro in più, cioè il totale di tasse che le compagnie aeree non hanno dovuto pagare in Europa solo nel 2022. Cifra che potrebbe salire a 47 miliardi nel 2025.
Ma non è soltanto una questione di tasse. I biglietti a prezzi irrisori gravano anche sulle spalle di chi lavora in questo settore, caratterizzato da salari sempre più bassi e personale ridotto fino al minimo. E ancora, contrasto delle organizzazioni sindacali, trucchetti per pagare meno tasse installando le sedi legali nei paradisi fiscali, riduzione dei diritti dei passeggeri, ecc.
Tutto ciò rende il trasporto aereo molto meno costoso di quello ferroviario, nonostante sia in realtà molto più inquinante. Per la precisione, in Europa i voli sono più economici dei treni nel 71 per cento dei casi e i viaggi in treno costano in media il doppio di quelli in aereo, con tratte che arrivano a costare anche 30 volte di più.
L’Italia è al quinto posto nella classifica dei paesi europei con la maggior differenza di costo tra viaggio in treno e viaggio in aereo, sulla stessa tratta. Una disparità che porta con sé un enorme costo ambientale. Ad esempio, andare in aereo da Milano a Praga produce 185 chili di gas serra. Fare lo stesso percorso in treno abbatte le emissioni del 78 per cento.
Eppure la soluzione ci sarebbe. Ad esempio, cominciando ad introdurre i cosiddetti biglietti climatici, cioè biglietti a lungo termine, economici e semplici da usare, validi su tutti i mezzi pubblici di un paese o di una regione, compresi treni e trasporti transfrontalieri. Una specie di evoluzione del D-ticket tedesco, che consente di viaggiare ovunque nel paese con un abbonamento di soli 49 euro al mese. Misura finanziabile tassando gli extraprofitti delle compagnie petrolifere, eliminando i sussidi alle imprese dannose per l’ambiente e mettendo fine alle esenzioni fiscali per i carburanti aerei.