Dove ci sono i Frecciarossa e i convogli di Italo l’Italia sperimenta un tasso di crescita, di urbanizzazione, di innovazione tecnologica che altrove si perde. La linea di demarcazione così diventa sempre di più l’Italia tagliata o meno dall’Alta velocità.
Al Sud la situazione è drammatica. I treni sono vecchi (età media 19,3 anni rispetto ai 12,5 anni al Nord) e pochi, e viaggiano su linee in larga parte a binario unico e non elettrificate. Di fatto, l’alta velocità esiste tra Milano e Firenze e tra Roma e Napoli.
E ciò ha creato, negli ultimi 20 anni, anche un altro divario nei trasporti, oltre a quello storico tra Nord e Sud, tra Est e Ovest: basti pensare che oggi si impiega meno tempo a raggiungere Milano da Napoli (4 ore e 30 minuti) che da Pescara (4 ore e 44 minuti), nonostante quest’ultima distanza sia due terzi della prima.
Ma quanto costa realizzare l’Alta velocità ferroviaria? Un’analisi della Corte dei Conti europea nel 2018 ha confrontato i costi tra i vari Paesi. Ed emerge una spesa media per l’Italia di almeno il doppio rispetto a quella degli altri. La cosiddetta ‘Alta velocità/Alta capacità’ (Avac) è l’infrastruttura percorribile oggi a 300 chilometri orari: con un treno diretto permetterebbe di connettere Roma con lo Stretto e Reggio Calabria in meno di 3 ore.
L’Alta velocità in Italia, a differenza che nel resto del mondo, è stata realizzata appunto come Avac, cioè per portare treni passeggeri con velocità superiori ai 300 km/h e treni merci pesanti, da 2000 tonnellate, e lunghi almeno 750 metri.
Portare i treni merci, pesanti e lunghi, implica una serie di problemi e i relativi gravi costi, come le pendenze più basse e quindi viadotti più lunghi e onerosi. Come il carico per asse maggiore e quindi piattaforme e binari più robusti, rilevati più massicci, viadotti strutturalmente più impegnativi, tutto più costoso.
Il paradosso è che, al momento, c’è solo un treno merci che viaggia sull’Alta velocità: un Frecciarossa riconvertito a convoglio-merci dall’Interporto di Nola fino a Bologna. Il risultato è che l’alta velocità in Italia costa più del doppio della Spagna: 28 milioni a chilometro nel nostro paese e 12 in quello iberico.
Resta comunque il fatto che portare l’Alta velocità al Sud (e sull’Adriatica) sarebbe necessario per connettere il Meridione al resto del Paese.