Con l’88% dei sedili occupati in tutti i voli, per l’intero mese di agosto, il gruppo Lufthansa ha toccato il suo record storico.
L’amministratore delegato Carsten Spohr del colosso europeo dei cieli — che gestisce anche Swiss, Austrian Airlines, Brussels Airlines, Eurowings, Discover, Air Dolomiti — ha diversi motivi per essere soddisfatto in questo periodo. A luglio Bruxelles ha dato il via libera (condizionato) alle nozze con il vettore italiano; le vendite per i prossimi mesi sono promettenti. Il suo piano di rafforzarsi in Europa procede.
Il gruppo è il quarto al mondo per fatturato, dopo le statunitensi Delta Air Lines, American Airlines e l’alleata United Airlines. E la nuova Commissione europea sembra aver recepito il messaggio lanciato da Spohr mesi fa: per vincere la competizione globale le aziende europee devono essere sempre più grandi.
Spohr non nasconde che la divisione che va peggio, nel gruppo, è proprio la tedesca Lufthansa. Bisognerà aspettare fino al 2026 per riportarla “sotto controllo”, dice.
Per migliorare i conti, per espandersi e battere la concorrenza la tedesca Lufthansa deve così diventare “meno tedesca e più europea”. E al quartier generale contano molto sul contributo di Ita, quando saranno autorizzati a entrare nella compagnia italiana, plausibilmente alla fine di quest’anno.
“Perché ci interessa Ita? Direi per diverse ragioni — sostiene Spohr —. Per la compagnia, innanzitutto, per l’importanza del mercato italiano, perché ci consente di avere un hub più a sud, a Roma, perché Fiumicino non solo è un aeroporto a cinque stelle, che funziona, ma anche perché ha spazio e lì possiamo crescere. Per non parlare dei costi operativi, decisamente sotto controllo”.