In Belgio, Germania, Paesi Bassi e Spagna le autostrade sono perlopiù gratuite. In Austria l’abbonamento annuale alla rete autostradale costa 87,30 euro, mentre in Svizzera 38 e in Slovenia 110. In Francia il sistema di pedaggi – giudicato da molti antiquato e oneroso - è simile a quello italiano, ma meno caro: Parigi-Lione sono 450 chilometri per 20 euro in moto, 33 in auto. In Italia la tratta Ventimiglia-Bologna, chilometraggio equivalente, costa 40 euro.
Oltre ai 1000 km gestiti da Anas, per gli altri 6000 le concessioni sono 26, ma quasi il 70% se le spartiscono da anni due gruppi. Si tratta del Gruppo Atlantia (la cui quota di maggioranza, 30%, è detenuta dalla famiglia Benetton), che controlla Autostrade per l’Italia e gestisce oltre 3.000 chilometri, e del Gruppo Gavio, che gestisce oltre 1.200 chilometri. Insieme coprono i tre quarti circa del mercato. Gli altri 1.650 chilometri sono gestiti da società controllate da enti pubblici locali e da alcuni concessionari minori.
Il fatturato del 2017 del settore autostradale è stato di quasi 7 miliardi e l’83% dei ricavi arriva dai pedaggi. Le concessioni generano per lo Stato canoni complessivi di oltre 841 milioni. Un business ricchissimo per i privati, e non a caso la famiglia Benetton è in testa nella classifica delle cedole che le società quotate staccheranno nel corso del 2018, con quasi 377 milioni di dividendi.