Non se ne parla spesso, eppure è un paese centrale dal punto di vista geopolitico soprattutto in riferimento alla guerra in Ucraina ed è la prima economia del continente nero. Il caso del Sudafrica è piuttosto emblematico. Per due volte il paese si è astenuto dal votare risoluzioni di condanna nei confronti della Russia all’Assemblea Onu.
Al pari di altri paesi del continente guarda al conflitto come una guerra tra ‘europei’. Per questo il ministro degli Esteri Naledi Pandor ha rivendicato, incontrando nei giorni scorsi il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, il diritto del Sudafrica di tenere esercitazioni militari “senza che questo implichi che abbiamo abbandonato la nostra posizione di neutralità sulla guerra”. Tuttavia, il dato di fatto è che le esercitazioni si terranno durante il primo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina.
Nel corso dell’incontro con Lavrov, i due ministri hanno discusso anche dei BRICS, il ‘club’ delle economie emergenti, che la guerra ha riportato al centro dell’agenda globale e di cui il Sudafrica detiene la presidenza annuale. “C’è una convinzione condivisa nel gruppo, secondo cui l’era degli Stati Uniti come unica superpotenza sia finita – spiega a The Globe and Mail, Steven Gruzd, capo del programma di ricerca Russia-Africa presso l’Istituto sudafricano per gli affari internazionali –. Penso che la guerra abbia dato nuove prospettive ai BRICS che potrebbero espandersi entro il prossimo anno per includere possibili nuovi membri come Nigeria, Egitto, Venezuela, Iran, Argentina e Arabia Saudita, configurandosi a tutti gli effetti come una sorta di rivale del G7”.