Le esportazioni italiane verso la Cina sono triplicate in poco più di un anno: hanno superato i tre miliardi di euro a febbraio, con un aumento del 131% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Questo segue un altro balzo del 137% registrato il mese precedente.
Un tale boom, anche se in linea con il periodo positivo per le esportazioni italiane all’estero, sarebbe difficile da spiegare in circostanze normali. Ora, con la guerra in Ucraina e gli sconvolgimenti della catena di approvvigionamento che distorcono i flussi commerciali tradizionali, l’incremento da record è un mistero.
L’Italia è l’unico Paese del G7 ad aver aderito alla Belt and Road Initiative, il maxi piano di investimenti promosso dalla Cina, ma i benefici economici di tale alleanza sono stati sin qui limitati per il nostro Paese. Inoltre, Giorgia Meloni ha informato il Dipartimento di Stato Usa che sta valutando il ritiro dal controverso accordo con la Cina entro la fine dell’anno.
Da cosa dipende, quindi, il boom dell’export? Secondo quanto ha spiegato al Sole24Ore Peter Ceretti, direttore di Eurasia Group, “è probabile che si tratti di una domanda di farmaci proveniente dalla Cina. I grandi produttori farmaceutici italiani stanno spedendo quanto più prodotto italiano possibile. E forse alcuni stanno trasferendo in Italia medicinali prodotti in Germania e in altri Paesi dell’Ue per riesportarli in Cina”.