Come ha spiegato in un intervento sul New York Times l’economista Shekhar Aiyar, in caso di rielezione alla Casa Bianca, “Donald Trump ha promesso di introdurre dazi dal 10 al 20% su quasi tutte le importazioni statunitensi e del 60% sulle merci cinesi. Anche tra i democratici, tuttavia, il protezionismo è particolarmente in voga. L’Inflation reduction act voluto dal presidente Joe Biden penalizza l’acquisto di prodotti stranieri, anche quando sono meno cari e migliori di quelli statunitensi”.
I dazi più alti – secondo Aiyar - sono pensati per proteggere i posti di lavoro nei paesi ricchi, ma molti studi dimostrano che sono “regressivi e sterili”, perché rendono più cari i prodotti, penalizzando le famiglie con i redditi più bassi. E, ammesso che riescano a proteggere alcuni settori, spesso provocano perdite di posti in altri comparti.
Il prezzo più alto sarà, tuttavia, pagato dai paesi in via di sviluppo, che avranno sempre più difficoltà a sfruttare il commercio globale per irrobustire le loro economie. Se il commercio internazionale sarà piegato agli impulsi populisti - chiosa Aiyar - i paesi ricchi avranno problemi, ma per la parte restante del pianeta sarà “una vera tragedia”.