Trump chiama Putin: “Negoziati immediati”

Possibile primo incontro in Arabia Saudita

Trump chiama Putin: “Negoziati immediati”

La liberazione dell’insegnante statunitense Marc Fogel detenuto in Russia da tre anni mediata martedì da Steve Witkoff — amico personale di Trump volato con il jet privato a Mosca — ha aperto la strada ieri a una telefonata di un’ora e mezza tra lo stesso Trump e Putin, che si è conclusa con l’annuncio dell’inizio di negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina e con un invito per il presidente americano a recarsi a Mosca.

Le ultime ore segnano così uno sviluppo.  Innanzitutto Trump ha descritto i contenuti della telefonata sul suo social Truth. “Abbiamo parlato della forza delle nostre nazioni, del grande beneficio che trarremo un giorno dal lavorare insieme. Ma prima entrambi vogliamo porre fine ai milioni di morti nella guerra tra Russia e Ucraina. Il presidente Putin ha anche usato uno degli slogan fortissimi della mia campagna elettorale: senso comune. Entrambi ci crediamo fermamente”. 

Nello stesso post, Trump ha spiegato che i due leader hanno deciso che “i nostri team inizino subito i negoziati” e poi ha annunciato che per prima cosa avrebbe chiamato Zelensky. La discussione con Putin non ha toccato solo l’Ucraina, ma l’intera relazione Usa-Russia: “Medio Oriente, Energia, Intelligenza artificiale, il potere del dollaro e vari altri temi”. “Siamo d’accordo per lavorare insieme, molto strettamente, incluso il fatto di visitare l’uno la nazione dell’altro”, ha concluso Trump. Sarebbe il primo presidente americano a recarsi in Russia dopo Obama nel 2013. Intanto ha detto ai reporter che i due leader si incontreranno presto “probabilmente” in Arabia Saudita.

 “L’amministrazione Trump è da settimane in contatto con gli europei e gli ucraini per discutere della guerra. Ma questa telefonata è molto diversa: ha detto i contenuti a Zelensky, ma non si è coordinato con lui in anticipo. Ha informato gli europei, ma non si è coordinato con loro. Biden non l’avrebbe mai fatto”, dice al Corriere il politologo Ian Bremmer. “È l’unilateralismo di Trump, che fa sentire gli europei più vulnerabili”.

Il portavoce russo Peskov ha confermato che Putin “conviene con Trump che un accordo duraturo possa essere raggiunto attraverso negoziati pacifici”, ma ha aggiunto che “Putin ha menzionato la necessità di affrontare le cause alla radice della guerra”.

Parole che non sono sfuggite a Zelensky, il quale ha scritto sul social X che Ucraina e Stati Uniti stanno definendo “le mosse per fermare l’aggressione russa e assicurare una pace duratura e affidabile”, ma in un’intervista con l’Economist confessa di aver paura di non essere consultato sui piani.

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