G20, gli Usa boicottano il documento finale. Approvata una versione “soft”

Durante il summit in Giappone i leader si mostrano preoccupati per la guerra commerciale e di dicono “pronti ad agire”

G20, gli Usa boicottano il documento finale. Approvata una versione “soft”

"Le tensioni commerciali e geopolitiche sono intensificate. Continueremo ad affrontare questi rischi e ad essere pronti ad agire per adottare ulteriori azioni". È questo il messaggio principale contenuto nel comunicato finale del meeting di Fukuoka dei ministri finanziari e dei governatori del G20. Sebbene si stia stabilizzando ed è ritenuta proiettata verso un aumento moderato nel 2019 e nel 2020, "la crescita globale resta bassa e i rischi restano orientati verso un rallentamento".

"Nelle discussioni avute c'è stata grande preoccupazione sui rischi di guerra commerciale tra Usa e Cina": il ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire, ha detto, alla fine del G20 finanziario di Fukuoka, che "tutti i Paesi hanno chiesto alle prime due economie al mondo di ridurre le tensioni esortando a fare tutto il possibile per evitare uno scontro che avrebbe impatto negativo, duraturo e profondo sulla crescita". Le Maire ha anche chiesto l'apertura di nuovi negoziati al fine di riformare il Wto (l'Organizzazione mondiale del commercio) a difesa del "multilateralismo per la soluzione dei conflitti".

In realtà i toni del documento finale sarebbero stati ammorbiditi. Washington, secondo Reuters, avrebbe boicottato una versione più dura  del comunicato finale con il riferimento ai "riconoscimenti della necessità di risolvere le tensioni nel commercio", pur affermando che esse si sono "intensificate".

Qualche passo è stato fatto sul tema tasse: condivisa la necessità di riformare le regole della tassazione internazionale sulle grandi industrie tecnologiche, la cosiddetta “web tax”. L’idea è far pagare le imposte nel paese dove vengono maturati gli utili.

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