Dopo essere stata stagionata a secco per almeno 36 mesi, la carne prodotta è setosa di grasso e, dicono gli esperti, ha un sapore che può venire solo dalle ghiande.
Per gli spagnoli il Jamón Ibérico è il caviale della penisola iberica. Ma ora due società americane hanno avuto l’autorizzazione a importare i maiali neri negli Stati Uniti per produrre, da lì, il loro prosciutto. Si tratta di Acornseekers (Texas), fondata da due spagnoli, e Iberian Pastures (Georgia), un’altra impresa ispano-americana: il loro obiettivo è conquistare il mercato statunitense con la loro versione del prosciutto spagnolo a un prezzo più competitivo rispetto a quello prodotto nel paese europeo.
Ma non sarà facile, secondo gli esperti, visto il ruolo giocato dalle ghiande, essenziali per produrre i pregiati grassi omega-9 che rendono la carne così deliziosa. Gli arachidi, ovvero il destino alimentare che aspetta i suini spagnoli importati negli Usa, non sono la stessa cosa.
Secondo Costantino Martínez, uno dei maggiori esperti del settore, “il vero problema è che la Spagna è un paese di idioti che non sa proteggere quanto ha di più prezioso”. Martínez crede che dovrebbe godere dello “stesso tipo di protezione dello champagne”. In realtà gli Stati Uniti non hanno mai ratificato il Trattato di Versailles del 1919, che qualifica le bollicine transalpine come marchio protetto, e i produttori di vino statunitensi hanno spesso utilizzato il termine francese.
Una storia già scritta per il Jamón Ibérico? Di sicuro, una volta sdoganata la produzione fuori dalla Spagna, sarà più semplice inondare i mercati esteri con un prosciutto iberico made in Usa ma a un prezzo decisamente più concorrenziale.