Il disavanzo commerciale in India ha raggiunto il livello di 157 miliardi di dollari nel 2017-18. È il dato più alto dal 2012-13, quando il deficit era arrivato a 190 mld salvo poi scendere a 100 mld nel 2016-2017. Poi il nuovo passo indietro.
Tra le cause è possibile rintracciare motivazioni legate al breve periodo, altre al lungo – questo è il caso della perdita del margine competitivo in categorie come il tessile e agricoltura – e altre ancora inaspettate come il significativo aumento dell’import di prodotti elettronici e, soprattutto, di gemme e gioielli.
È quest’ultima categoria ad aver destato più di qualche perplessità negli analisti, che hanno rilevato la riduzione dell’importazione di oro ma non di pietre preziose. Il che non è propriamente un caso. Dato che i gioielli sono difficili da valutare oggettivamente indicano una possibile fuga di capitali.
L'espansione delle importazioni è stata quasi il doppio rispetto alla crescita delle esportazioni nel 2017-18, il che ha portato all'ampliamento del deficit commerciale del 44%.
Soltanto due anni fa l’India poteva vantare un surplus nel settore dell’agricoltura pari a 20 miliardi di dollari. L’ultimo dato racconta di una discesa verticale: 5 mld.
Le economie che stanno rapidamente crescendo ad un ritmo più sostenuto sono Europa e Stati Uniti. Ma è proprio lì che le esportazioni indiane non tirano abbastanza. Alla radice problemi settoriali e di competitività.