Il Parlamento Europeo e i Ventisette paesi membri dell’Ue hanno trovato un accordo fondato su cinque pilastri per regolare i flussi migratori e il diritto di asilo.
Con il nuovo sistema, i paesi non di confine potranno scegliere se accettare i rifugiati o effettuare un conguaglio in denaro a un fondo Ue. Il che significa che resteranno fino all’eventuale espulsione nei paesi di primo approdo. Per quest’ultimi l’accordo raggiunto dovrebbe essere considerato oggettivamente un disastro che tenta maldestramente di aggirare il nodo dei migranti. Saranno probabilmente molti gli Stati disponibili a pagare qualche migliaio di euro pur di non accogliere i migranti.
Il sistema di screening (controllo e selezione) cercherà di distinguere tra coloro che necessitano di protezione internazionale e coloro che non ne hanno diritto. A quest’ultimi potrebbe essere impedito l’ingresso nello spazio comunitario. A meno che lo screening non avvenga in acque internazionali, il controllo avverrà comunque effettuato in territorio comunitario.
Come era prevedibile, l’Ungheria, che non vuole accettare i migranti e tantomeno pagare per non averli, si è opposta con forza.
In tutto ciò, appare del tutto fuori orbita il punto di vista delle istituzioni europee che, nel tentativo di trovare un compromesso dalle numerose spinte provenienti dai governi nazionali, sembrano ignorare l’eloquente dinamica demografica che sta interessando il Vecchio continente, che si riscopre sempre più vecchio e sempre meno numeroso.