“Occorre intervenire, questi sbarchi continui di migranti in Italia rendono la situazione insostenibile: l’Ue deve trovare un accordo su questo fronte”. Lo ha detto il premier Mario Draghi in conferenza stampa dopo il vertice sulla Libia di Parigi.
I numeri degli ultimi sette mesi sono in effetti impietosi. Gli 847 sbarcati domenica a Trapani dalla Sea-Eye resteranno in Italia. E così anche i 306 della Ocean Viking e, tunisini a parte, la stragrande maggioranza dei 57.833 migranti approdati dalo scorso primo gennaio sulle coste italiane. Ad oggi solo 97 sono stati redistribuiti negli altri paesi dell’Ue.
L’Europa ha (da tempo) voltato le spalle all’Italia (ma anche ad altri membri comunitari cosiddetti di primo approdo come Spagna e Grecia). E neanche Germania e Francia si mostrano collaborativi, al di là di qualche sporadico annuncio da parte di esponenti politici di primo livello dal fronte franco-tedesco.
Sembra così già un lontano ricordo l’idea di solidarietà sulla base della quale a Malta nel settembre 2019 cinque Paesi avevano cominciato a mettere nero su bianco un po’ di numeri relativi alla redistribuzione dei migranti. Nel frattempo nei centri di accoglienza italiani gli ospiti ormai sono oltre 80 mila.