La Germania è a corto di infermieri, operatori sanitari, lavoratori edili, carpentieri, elettricisti e IT specialist. E da tempo le imprese chiedono che il Governo renda più facile per i lavoratori qualificati, compresi quelli al di fuori dell'Unione europea, trasferirsi in Germania, nonostante un clima politico divenuto ormai “tossico” per gli immigrati.
Ma senza di loro, entro il 2050, verrebbero a mancare almeno 16 milioni di lavoratori specializzati. La disoccupazione tedesca è attualmente ai minimi. Sono “soltanto” 2,2 milioni i lavoratori alla ricerca di un’occupazione. E secondo l’Associazione delle Camere di commercio e industria, circa il 60% delle imprese ritiene che la mancanza di dipendenti costituisca una concreta minaccia alla loro crescita.
Ecco perché la Germania proverà a voltare pagina il 19 dicembre quando il Parlamento tedesco approverà (con tutta probabilità) la nuova legge sull’immigrazione. Fino ad oggi un'impresa che avesse voluto assumere un dipendente all'estero, doveva dimostrare di non poterlo trovare in Germania o nei paesi dell’Ue. Questa norma è abolita, così come quella che prevede di limitare l’innesto di nuovi lavoratori immigrati in determinate aree geografiche. Ciò significa che chiunque abbia una qualifica riconosciuta e un contratto di lavoro potrebbe trasferirsi in Germania.
Si potrà accogliere, a certe condizioni, anche chi non ha una preparazione sufficiente ed è privo di contratto, purché sia in grado di seguire un corso di perfezionamento. Ma il permesso di soggiorno sarà limitato a sei mesi, e l'immigrato dovrà mantenersi a proprie spese. Una simile regola finora esisteva solo per chi avesse un titolo accademico.
Ma, come hanno sottolineato alcuni esperti tedeschi, l’applicazione della legge non sarà semplice, a cominciare dalla gestione di una quantità ingente delle domande di visto. E poi chi verificherà la preparazione dei nuovi arrivati? E in base a quale criterio? Attualmente, gli uffici competenti sono oltre 1.300, ma le norme variano tra i land.
Ciò che invece è più chiaro è la ratio della legge: la residenza sarà concessa solo in presenza di carenza di manodopera o per ragioni umanitarie.