I dazi hanno radici (repubblicane) antiche nella prima economia al mondo

Ma Donald Trump batte tutti: è davvero il più protezionista. Anche se dal 1970 sono stati i democratici quelli con maggiori pulsioni tariffarie

I dazi hanno radici (repubblicane) antiche

Trump e i suoi dazi, non sono affatto un unicum nella storia americana. La voglia di alzare barriere commerciali per difendere l'industria e l'agricoltura nazionali. Quell'insana voglia nascosta e da non sbandierare che però ha attraversato, a ondate ultradecennali, tutti i protagonisti della storia americana, da 170 anni.

Dal 1970 democratici più "protezionisti"

In una fase recente, dal 1970 in particolare, sono stati i democratici quelli con maggiori pulsioni tariffarie. Ma la storia narra che i campioni dell'innalzamento di paratie al libero commercio sono stati i repubblicani.

Smoot-Hawley Tariff

La più famigerata legge, considerata tale ancor oggi, in senso protezionista fu la Smoot–Hawley Tariff, dal nome di un senatore e di un rappresentante, entrambi repubblicani che la fecero firmare dal presidente Hoover, anch'egli repubblicano, e adottare nel giugno 1930. Imponeva super-tariffe all'import di ben 20 mila prodotti esteri. Fu una stangata di proporzioni insuperate che è stata accusata di aver fatto aggiungere, alla Depressione dell'anno prima, il 1929, l'aggettivo Grande. Quella legge, infatti, fece crollare l'industria americana, per asfissia, e distrusse il sistema di scambi commerciali tra Usa e resto del mondo, abbattendo del 60% circa sia l'import che l'export a stelle e striscie. Ovviamente, gli stati esteri adottarono immediate ritorsioni commerciali altrettanto severe. E immediate e speculari ritorsioni si attendono ora dopo il via libera ai dazi di Trump.

Trump è il campione

Hoover, che pur firmò quell'atto 88 anni fa con alcuni dubbi, è ritenuto il campione dell'isolazionismo. Ma ci sono stati altri tre presidenti, sempre repubblicani, che hanno tentato di emularlo. Il primo fu Richard Nixon nel 1971, per colpire il particolare l'interscambio con il Giappone. Poi ci provò, nel 1981, quello che gode della fama di ultra liberista anche nel commercio: Ronald Reagan. Infine George W. Bush nel 2002, con dazi del 30% su alcuni prodotti dell'acciao, costretto poi a ritirarli dal Wto. Ma, secondo tutti gli economisti, nessuno si era spinto così avanti come Trump: è lui il campione protezionista assoluto.

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