Joe Biden ha annunciato il ritiro delle truppe Usa dall’Afghanistan entro il prossimo 11 settembre, data simbolo legata all’attacco alle Torri gemelle che trascinò gli Stati Uniti nella loro guerra più lunga e che ha causato quasi 2.400 vittime tra le fila americane.
La decisione significa che migliaia di soldati Usa resteranno in Afghanistan (che ha un’estensione superiore a due volte quella dell’Italia e che conta su una popolazione di 38 mln di abitanti) oltre il primo maggio, scadenza che l’amministrazione Trump aveva negoziato con i talebani per l’uscita delle truppe statunitensi ma con un conto finale molto salato per le casse di Washington. Il conflitto è costato alla prima economia al mondo circa 2 trilioni di dollari.
L’uscita degli Stati Uniti rischia così di rafforzare il sogno dei talebani, quello dell’emirato islamico, mentre quello dell’Occidente, di ricondurli a una concezione quasi accettabile della democrazia, rischia di essere solo un miraggio. Anche perché, secondo un documento della Nato dei mesi scorsi, i talebani dispongono di 1,6 miliardi di dollari l’anno grazie al commercio di oppio e al contrabbando di metalli preziosi.