Banca d’Italia taglia ancora le stime sulla crescita del Pil nel 2024 a seguito dei “segnali di una più prolungata debolezza congiunturale” e le aumenta per il 2025. Nell’anno che si sta chiudendo, il Pil salirebbe dello 0,7 per cento per poi frenare a +0,6 nel 2024. Nel 2025 e nel 2026, “per effetto delle ipotesi desunte dai mercati finanziari di tassi di interesse lievemente più contenuti”, l’economia salirebbe dell’1,1 per cento.
L’inflazione è segnalata in decisa frenata in Italia nei prossimi tre anni quando l’indice dei prezzi vedrà una crescita sotto il 2 per cento, livello obiettivo della Bce. La discesa rifletterebbe principalmente “il netto ridimensionamento dei prezzi delle materie prime e dei prodotti intermedi, solo in parte compensato dall’accelerazione delle retribuzioni”.
Se i prezzi scendono, qualcos’altro continua invece la sua corsa senza sosta. Il valore assoluto del debito pubblico tocca un nuovo record a ottobre, salendo di 23,5 miliardi rispetto al mese precedente e toccando quota 2.867,7 miliardi.