Manovra, Meloni: “Ci sono tre tasse piatte. Aiutiamo il ceto medio”

La presidente del Consiglio: “Non favoriamo i ricchi, nessun condono, solo operazioni di buon senso. Abbiamo varato la flat tax incrementale, quella a 85mila euro e quella sui premi di produttività”. E sul reddito di cittadinanza: “Lo Stato non può occuparsi di persone da 18 a 60 anni”

“In un solo mese abbiamo fatto scelte politiche, sono molto soddisfatta. Abbiamo concentrato le risorse su due priorità: la crescita e la giustizia sociale”. È quanto dice la presidente del consiglio Giorgia Meloni nella conferenza stampa di presentazione delle misure contenute nella legge di bilancio varata dal consiglio dei ministri il 21 novembre.

FLAT TAX. Nella manovra ci sono “tre tasse piatte”, tra cui quella “sui redditi incrementali alle partite Iva che hanno una tassa piatta del 15% sul maggiore utile conseguito rispetto al triennio precedente con soglia massima 40 mila euro, il che dimostra che si tratta di una misura rivolta al ceto medio, che non favorisce i ricchi e riconosce i sacrifici di chi lavora” ha spiegato la premier. Meloni ha ricordato l’aumento della flat tax a 85mila euro e “l’introduzione della tassa piatta al 5% sui premi di produttività fino a 3mila euro contro il 10% previsto attualmente e fa il paio con estensione fringe benefit”.

ENERGIA. “Come promesso, la voce maggiore di spesa della manovra riguarda il tema del caro bollette: su una manovra di 35 miliardi, i provvedimenti per l’energia sono di circa 21 miliardi, ovviamente le due scelte fondamentali riguardano i crediti di imposta per le aziende, per cui è previsto un credito che si applica su parte dell’aumento che le imprese hanno fatto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Quindi noi confermiamo e aumentiamo i crediti dal 40 al 45% per le aziende energivore e fino al 35% per le non energivore” ha spiegato Meloni.

BOLLETTE. “Un’altra scelta riguarda le famiglie. Lo Stato interviene per calmierare le bollette per le famiglie, prima con un Isee massimo di 12.000 euro e noi lo portiamo a 15 mila euro. La platea per le famiglie si allarga ma chiaramente la misura è per quelle più bisognose e vale 9 miliardi di euro” ha annunciato la premier.

CONGEDO PARENTALE. “Ho sempre pensato che molte madri non se lo potessero permettere con il 30% della retribuzione. Noi abbiamo aggiunto un mese di congedo facoltativo retribuito all’80% e utilizzabile fino al sesto anno di vita. Una sorta di salvadanaio del tempo senza ritrovarsi in condizione economiche difficili” ha spiegato Meloni. Sempre sul pacchetto famiglie: “I provvedimenti per la famiglia e natalità valgono un miliardo di e mezzo di euro, una scelta che non ha molti precedenti. L’assegno unico viene aumentato del 50% a tutti per il primo anno di vita del bambino, del 50% per tre anni per le famiglie numerose. L’Iva su tutti i prodotti della prima infanzia sarà al 5% e anche per quello che riguarda i dispositivi igienici femminili non compostabili, vengono confermate le misure per acquisto della prima casa sulle giovani coppie”.

PENSIONI. Quanto al capitolo previdenza, “rivaluteremo le pensioni - dice Meloni - con le minime al 120% ma con un meccanismo di aumento fino a 2000 euro ma poi mano a mano l’aumento diminuisce fino alle pensioni oltre 10 volte la minima, cioè sopra i 5mila per le quali l’indicizzazione la finiamo al 35%”.

IVA SUL PANE. “Non abbiamo fatta quella scelta perché non potendo distinguere il reddito di chi acquista quei beni, la misura sarebbe andata anche a chi non ne aveva bisogno”. Così ha detto la premier Giorgia Meloni spiegando perché non è stata introdotta la cancellazione dell’Iva su beni primari come pane e latte.

RDC. “C’è gente che lo prende da tre anni evidentemente non ha funzionato o per alcuni italiani deve andare all’infinito io credo che lo Stato debba occuparsi di loro a trovare un posto di lavoro”. Inoltre la premier ha chiarito che “per la percezione del reddito c’è l’obbligo di presenza sul territorio nazionale perché in tanti casi le persone lo percepiscono ma non sono in Italia”. “Avremmo avuto bisogno di più tempo per fare una riforma complessiva, che faremo - ha aggiunto Meloni - ma intanto stabiliamo che si continua a tutelare chi non può lavorare, disabili, anziani, famiglie prive di reddito con minori a carico, donne in gravidanza. Per gli altri il reddito di cittadinanza sarà abolito alla fine del 2023, non si potrà utilizzare per più di 8 mesi e decade al rifiuto della prima offerta di lavoro, ovviamente. Andiamo verso la fine del Reddito di cittadinanza per chi ha la possibilità di lavorare” ha sintetizzato Meloni.

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