
Il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, è intervenuto a Torino per il 31esimo congresso Assiom Forex. Ecco alcune sue dichiarazioni.
Triangolazioni versus Multilateralismo.
“In molti casi la diversificazione geografica delle importazioni è solo apparente. Gli esportatori hanno riorganizzato le loro filiere produttive, creando triangolazioni attraverso paesi terzi per aggirare le barriere commerciali. Ad esempio, alcuni prodotti cinesi vengono esportati negli Stati Uniti passando per il Messico, il Vietnam o Taiwan”, sottolinea. ‘quoted business’ aggiunge che altrettanto viene praticato ad esempio nei rapporti tra Russia e paesi europei, nonostante le sanzioni e la guerra.
Il problema principale – evidenzia a ragione Panetta - è la frammentazione. “La riconfigurazione del commercio, in cui hanno un peso considerevole le motivazioni geopolitiche, sta indebolendo il sistema multilaterale di governance economica globale fondato sull’integrazione produttiva e sul libero scambio”, fa notare.
Dazi: un possibile boomerang.
“Secondo le nostre stime, se i dazi annunciati in fase pre-elettorale fossero attuati e accompagnati da misure di ritorsione, la crescita del Pil globale si ridurrebbe di 1,5 punti percentuali. Per l’economia statunitense l’impatto supererebbe i 2 punti”. Ma per l’Eurozona le conseguenze sarebbero “più contenute, intorno a mezzo punto percentuale, con effetti maggiori per Germania e Italia”.
Preoccupante in modo significativo - secondo il governatore - è la sovracapacità cinese. Qualora ci fossero dazi estesi a tutte le merci di Pechino, potrebbe esserci una spinta a riversare la produzione in nuovi mercati. In tal quadro, con gli Stati Uniti tagliati fuori, sarebbe l’Europa a vedere i rischi maggiori. Anche a livello di competitività.
Risiko bancario.
“Le banche devono bilanciare con lungimiranza il vantaggio del basso costo della raccolta a vista con il rischio di fuoriuscite improvvise di depositi”, sottolinea Panetta Ma l’abbondanza di capitale degli istituti di credito sta anche spingendo le concentrazioni. E, sebbene Banca d’Italia non fornisca un giudizio definitivo, sottolinea alcuni punti di rilievo. “Le operazioni annunciate ridurrebbero il divario dimensionale tra i principali intermediari italiani e i concorrenti europei”. Infatti, “in Italia il valore medio dell’attivo delle prime cinque banche è quattro volte inferiore rispetto a quello delle banche francesi e una volta e mezza più basso di quello degli intermediari spagnoli e tedeschi”.