Repubblicani e democratici hanno unito le forze per approvare uno dei più importanti interventi del governo statunitense nella politica industriale. Il Senato ha votato a larga maggioranza un disegno di legge per fronteggiare la minaccia tecnologica della Cina con investimenti per quasi 250 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti provano in questo modo a contrastare la minaccia economica della Cina e il suo modello “autoritario”.
La misura bipartisan stanzia circa 190 mld per disposizioni volte a rafforzare la tecnologia e la ricerca e lo sviluppo in settori chiave come l’intelligenza artificiale e la scienza quantistica. Prevede inoltre l’approvazione di una spesa di 52 mld in cinque anni per incoraggiare la fabbricazione negli Stati Uniti di chip e semiconduttori, che ora sono principalmente prodotti in Asia. Il disegno di legge deve ora passare alla Camera dei Rappresentanti per poter essere inviato alla Casa Bianca per la firma del presidente Joe Biden.
“Se non facciamo qualcosa, i nostri giorni come superpotenza dominante potrebbero finire - ha avvertito il leader della maggioranza democratica del Senato Chuck Schumer poco prima del voto -. Chiunque vinca la gara nelle tecnologie del futuro sarà il leader economico del mondo e modellerà il mondo a sua immagine. Vogliamo che questa immagine sia democratica? O vogliamo un’immagine autoritaria, come quella che il presidente Xi Jinping vorrebbe imporre al mondo?”.
La reazione di Pechino è veemente. La Cina accusa gli Usa di “paranoia” ed “egemonia”. La commissione per gli Affari esteri del Congresso nazionale del popolo, il parlamento cinese, ha definito la mossa un tentativo di interferire negli affari interni del Paese, privandolo del suo “diritto legittimo allo sviluppo attraverso la tecnologia e il disaccoppiamento economico”.