Il rimbalzo del 2024 ci sarà. L’Ocse prevede per l’Eurozona una previsione di crescita dello 0,9 per cento per quest’anno, che salirà all’1,5 nel prossimo; e una di inflazione del 5,8 per cento per quest’anno che scenderà al 3,2 l’anno prossimo.
C’è un però. La politica economica deve restare restrittiva: la Bce è invitata a continuare ad alzare i tassi di interesse, mentre i governi devono condurre una politica fiscale prudente per evitare di alimentare l’inflazione e introdurre riforme per aumentare la crescita potenziale, stimata in calo all’1,1 per cento l’anno prossimo, dall’1,6 del 2020 e 2021.
Secondo l’Organizzazione dei paesi avanzati con sede a Parigi, “le dimensioni e la durata della restrizione monetaria richiesta per abbassare in modo durevole l’inflazione sono incerte”. L’inflazione core, che la Bce tenta di ridurre, è determinata sia da fattori sul lato dell’offerta che da quelli sul lato della domanda, ed è difficile, almeno per i Paesi avanzati, individuarli con sufficiente precisione.
In ogni caso, se la crescita potenziale dovesse calare in modo persistente, la politica monetaria dovrà allineare la domanda a quei ritmi, più bassi. Il controllo delle aspettative di inflazione resta cruciale e così quello del rischio di una spirale prezzi-salari-prezzi che però resta piuttosto basso.
Un po’ di prudenza è legata al fatto che “portare l’inflazione sotto controllo potrebbe comportare perdite di produzione”. Lo studio fa riferimento a recenti lavori di ricerca secondo i quali dal 1950 non ci sono stati casi di notevole disinflazione non accompagnati da notevoli sacrifici o da una recessione. “La diminuzione dell’inflazione - precisa l’Ocse - sembra improbabile senza una corrispondente crescita nel breve periodo del tasso di disoccupazione” che attualmente è, in Eurolandia, ai minimi storici.
La politica dei governi deve diventare più mirata: l’inflazione e la politica monetaria hanno effetti redistributivi che solo la politica fiscale può affrontare e alcune delle misure adottate - quelle che incidono sui prezzi, le più facili - tendono a premiare le famiglie più ricche. Occorrono misure che aiutino le famiglie meno fortunate, e anche l’uso dei fondi del Pnrr “deve minimizzare il rischio di stimolare troppo l’economia” e quindi i prezzi.