Cibo ed elettricità scarseggiano a Cuba. Nell’isola 4 persone su 5 vivono, o meglio sopravvivono, con 1,8 dollari al giorno.
Per la prima volta dopo anni, i ministri dell’Economia e quello dell’Energia e delle Miniere hanno ammesso la gravità della situazione e annunciato delle misure drastiche di razionamento su cibo ed elettricità. Cuba soffre di un deficit energetico di 700 megawatt, pari al 20 per cento del consumo nazionale.
Non soltanto l’apertura ai privati non ha funzionato, ma ora sembrano aver tagliato la corda anche i partner storici, come Russia e Venezuela, alle prese con i loro problemi.
“Alcuni Paesi con cui abbiamo stabili rapporti sono spariti. Non sono stati più in grado di conformarsi alla situazione internazionale e hanno violato i contratti. Siamo dovuti ricorrere ad altre fonti di approvvigionamento soprattutto per recuperare il carburante che ci occorre ogni giorno”, hanno spiegato i due ministri.
Nel frattempo, la cronica mancanza di carburante rischia di bloccare i trasporti, pubblici e privati. L’errore, osservano alcuni economisti, è stato puntare tutto sul turismo: quei 3,5 milioni di turisti previsti non si sono materializzati. D’altronde, il turismo è un settore prettamente pro-ciclico: va bene quando l’economia gira.
Ecco perché anche il presidente Miguel Díaz-Canel ha spiegato che per evitare il crollo definitivo bisogna tornare a una produzione domestica.