Con solo il 3% del territorio nazionale e oltre 40 milioni di abitanti, San Paolo produce circa un terzo del Pil brasiliano, superando la produzione di importanti Paesi dell’America Latina messi insieme, come Argentina e Cile. Ospita i più grandi complessi industriali e commerciali, oltre ad essere il centro finanziario e dei consumi del Sud America, che ne legittima lo status di volano economico del Brasile.
Gli italiani – accorsi in massa fin dalla fine del 18° secolo – hanno contribuito come nessuno allo sviluppo e oggi il 38% della popolazione è di origine italiana. Circa il 90% del parco industriale dello Stato si trova a meno di 200 km dal porto di Santos dove, agli inizi del Novecento, gli italiani caricavano enormi sacchi di caffè in partenza per il mondo. Da allora Santos ha conquistato un posto di rilievo nell’economia del Paese ed è diventato il porto più grande dell’emisfero australe, il secondo più grande dell’America Latina dopo quello di Colón a Panama e ha chiuso il 2021 con una movimentazione record di 4,8 milioni di tonnellate.
Ma tra tonnellate di soia, caffè, zucchero, carne, fertilizzanti e merci varie è facile – per la criminalità organizzata – spedire quantitativi impressionanti di droga, al punto che oggi, il porto di Santos è considerato da alcuni analisti uno dei centri del commercio mondiale della cocaina.
Il porto di Santos (il 46° più trafficato al mondo) è dunque il perno per il commercio globale di cocaina ed è il regno incontrastato del Primeiro comando da capital, che da lì controlla una grande percentuale del traffico di droga dalle zone di produzione in Colombia, Paraguay, Perù e Bolivia, per rifornire i mercati nazionali e internazionali.
Secondo le stime diffuse dal Centro di ricerca e analisi sul crimine organizzato Insightcrime, Primeiro comando da capital traffica fuori dai confini circa 40 tonnellate di cocaina all’anno per un valore che al dettaglio sfiora i 14 miliardi di euro.
Così va il mondo che ha sempre ricordato Santos non per il suo porto ma per Edson Arantes do Nascimento (ovvero Pelè, il re del calcio) e per Neymar Jr che qui ha iniziato a giocare per la squadra locale.