Parigi bacchetta Roma. Ma i numeri di bilancio sembrano dire l'opposto

La Francia pretende dall'Italia il rispetto delle regole di bilancio comuni ma nel 2019 avrà un deficit ben più alto di quello italiano. Eppure dalla Commissione solo una bacchettata ai francesi mentre una severa bocciatura al budget italiano

Parigi bacchetta Roma. Ma i numeri di bilancio sembrano dire l'opposto

Misteri della fede (europea). C'è un Paese che fa la morale a un altro ma sta fuori dalle regole quasi quanto il Paese rimproverato. Il ministro francese dell'economia, Bruno Le Maire, ha incontrato a inizio ottobre l'omologo italiano, Giovanni Tria, e lo ha ammonito, seppur con charme, sul fatto che “le regole di bilancio sono uguali per tutti e che la situazione di uno riguarda tutti gli altri membri dell'Unione”. In altre parole: “Occhio, professor Tria, che il tuo deficit al 2,4% per il 2019 (e, in teoria per il triennio) mette a rischio l'intera eurozona”. Insomma, un papà che sgrida il figlio discolo.

E pochi giorni dopo, l'arbitro, la Commissione Europea, fa propria l'interpretazione dei ruoli data dalla Francia e distribuisce i voti sulle proposte di bilancio: promossa, seppur di misura, la Francia, bocciata in pieno l'Italia. Ma i numeri sul rapporto deficit/pil confermano queste differenze di trattamento? Quelli italiani sono arcinoti: per il 2019 si prevede, appunto, un innalzamento del deficit al 2,4%, in allontanamento dal teorico pareggio di bilancio previsto dal fiscal compact. Ma la Francia fa peggio, visto che il suo disavanzo per l'anno prossimo sarà al 2,8. addirittura al 3,2%, secondo l'Fmi. Tutta colpa della decisione di Macron di adottare un taglio fiscale da 25 miliardi. E anche su questo punto la Francia ha ricevuto solo un buffetto da Bruxelles, nessuna bocciatura.

Anche in tema di crescita il ruolo di paese dall'etica specchiata auto-attribuitosi da Parigi regge poco: incredibile a dirsi, il pil francese nei primi due trimestri del 2018 è cresciuto dello 0,2% ciascuno, meno della performance italiana (anche se nel terzo trimestre l'economia transalpina ha segnato un +0,4% a fronte di un tasso invariato per l'Italia).

Sono dati "rivelati" da chi non ti aspetti, una testata giornalistica tedesca, Deutsche Welle. Ma allora perchè questa disparità di trattamento tra Roma e Parigi? La ragione è solo una: il debito. Quello italiano è oltre il 130%, quello francese è certo inferiore, ma non così tanto inferiore rispetto a quanto ci si aspetterebbe da chi si erge a maestro di integrità: il 98%. E il debito è un mostro che si autoalimenta, anche grazie allo spread. Un fattore solo in parte legato ai parametri reali di un paese.

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