Nel giorno delle celebrazioni per i 77 anni di indipendenza dal dominio britannico, il 15 agosto, il premier indiano Narendra Modi ha indicato la “nuova frontiera” economica e sociale del Subcontinente, da raggiungere entro il 2028, in anticipo sulle previsioni di numerosi economisti. Ovvero, affermare l’economia indiana tra le prime tre al mondo entro i prossimi cinque anni.
Modi ha ricordato che “grazie agli sforzi di 1,4 miliardi di indiani, abbiamo raggiunto la quinta posizione al mondo per crescita economica, questo non è successo per caso”, evidenziando che quando è “arrivato al potere nel 2014 eravamo alla decima posizione”, e rivendicando di aver fermato “il demone della corruzione” che bloccava il Paese e “creato una forte economia”.
“L’India sta diventando la voce del Sud globale”, ha rimarcato Modi, promettendo uno “sviluppo senza precedenti” nel prossimo quinquennio: “Un momento d’oro per realizzare il sogno dell’India come Stato sviluppato entro il 2047”. Parole che suonano già elettorali in vista delle elezioni del prossimo anno, in cui Modi si candiderà a un terzo mandato.