L'India scende dal trono di economia a più rapida crescita al mondo. Nel primo trimestre del 2019 il Pil ha segnato il 5,8%. Il che è meno del 6,4% registrato dalla Cina e inferiore al 6,6% messo a segno da New Delhi nei tre mesi precedenti.
Lo scivolamento al secondo posto dopo Pechino evidenzia il ritmo di crescita più lento rilevato negli ultimi 17 trimestri e ha colto di sorpresa gli analisti che avevano stimato da gennaio a marzo un Pil del 6,3% per il Subcontinente.
A differenza della Cina, la crescita economica dell'India è stata guidata dal consumo interno negli ultimi 15 anni e gli ultimi dati hanno mostrato proprio una flessione della domanda domestica. Allo stesso tempo, gli investimenti sono scesi al 3,6% dal 10,6% del trimestre precedente e il tasso di disoccupazione, arrivato al 6,1%, è il più alto degli ultimi 45 anni.
I dati sembrano confermare che la “Modinomics” – la ricetta con cui il premier Narendra Modi aveva promesso di rilanciare lo sviluppo del Paese – non ha funzionato. All'inizio del primo mandato (2014-2019) aveva garantito la creazione di 250 milioni di posti di lavoro in 10 anni, quindi una media di 25 mln l'anno: nel 2016 l’aumento degli occupati è stato di 1,4 mln e 1,8 mln l'anno successivo.
Nel frattempo, la Banca centrale indiana dovrebbe tagliare a breve il tasso di interesse, attualmente al 6%, per la terza volta quest'anno.