Anche l’Africa ha un indicatore alternativo al Pil. Mamoudou Gazibo e Olivier Mbabia, due ricercatori africani dell'Università di Montreal, hanno messo a punto un nuovo indicatore.
La loro idea è che la crescita è importante, ma se si guarda al modello di sviluppo dei paesi asiatici negli anni ‘80 si può notare come molti di loro siano emersi in contesti autoritari. Sono modelli che l’Africa vuole ora rifiutare.
L’indicatore, che prende spunto da quelli sviluppati da Transparency International, AfDB e UNDP, include 23 variabili, suddivise in quattro categorie: politica, economia, sviluppo e società.
Il risultato è nella seguente classifica (tra parentesi è indicata la posizione in base al Pil procapite), che mette in evidenza fra gli altri due aspetti. Primo, non c'è quasi nessun paese petrolifero tra i primi dieci. Secondo, poter contare su una grande economia, come quella della Nigeria, non vuol dire necessariamente essere un paese “emergente”.
1 (3) Mauritius
2 (7) Africa del sud
3 (2) Seychelles
4 (5) Bostwana
5 (14) Capo Verde
6 (36) Ruanda
7 (18) Ghana
8 (9) Tunisia
9 (10) Namibia
10 (13) Marocco
Presi per il PIL
Cresce la consapevolezza a livello globale sul fatto che il prodotto interno lordo sia una misura inefficace del benessere di una società. Per questo sono sempre più numerosi i tentativi di misurare statisticamente altre dimensioni come gli aspetti sociali, politici e ambientali, che insieme al Pil concorrono a definire una forma di sviluppo competitivo ma anche inclusivo e sostenibile.