Promuovendo la scoperta della verità, la filosofia può fornire le basi intellettuali per lo sviluppo e illuminare percorsi verso società più coese e prospere. Come disse Victor Hugo, “la filosofia dovrebbe trovare il suo scopo e il suo effetto nel miglioramento dell’umanità”.
Ma i politici africani non sono riusciti a enfatizzare questa tendenza. Invece di sviluppare una coscienza collettiva che aiuterebbe a promuovere la convergenza economica e l’integrazione regionale, la maggior parte dei governi del continente si ritrova a gestire una crisi dopo l’altra.
La rigidità del modello di sviluppo coloniale basato sull’estrazione delle risorse – che è fondamentalmente scollegato dalle tradizioni storiche e dalle aspirazioni dell’Africa – ha solo esacerbato il problema.
Anche l’abbandono della filosofia, e il conseguente vuoto ideologico (soprattutto in ambito politico), affonda le sue radici in secoli di colonialismo e schiavitù.
La disumanizzazione degli africani e la repressione della loro cultura divennero parte integrante della prosperità economica e dell’accumulazione di ricchezza in Europa e in America.
Comportò la distruzione sistematica delle strutture sociali che definivano le società africane e tenevano insieme le comunità, il che si riflette oggi in una fiducia cronicamente bassa nello Stato.
A questo punto, il futuro dell’Africa dipende dalla sua capacità di superare i costrutti intellettuali coloniali e di sfruttare il suo ricco patrimonio culturale.
Lo sviluppo di una coscienza africana collettiva consentirebbe al continente di trarre vantaggio dalle economie di scala ed emergere come un importante attore geopolitico.