"Con una politica monetaria meno accomodante, i paesi altamente indebitati dell'area euro potrebbero incontrare difficoltà nel dover fronteggiare costi di finanziamento più elevati. Specialmente in assenza di aggiustamenti di bilancio e di riforme strutturali per migliorare la produttività". Lo afferma l'Fmi nel Regional Economic Outlook per l'Europa.
L'area euro ha sperimentato 19 trimestri consecutivi di crescita. Nel 2017 il Pil ha registrato il 2,3%, in aumento rispetto all’1,8% dell’anno precedente. L’organizzazione di Washington stima un Pil in aumento del 2,4% nel 2018 e del 2% l’anno successivo.
I rischi alle prospettive economiche sono bilanciati nel breve termine, ma restano orientati al ribasso nel medio termine. Christine Lagarde tende una mano a Mario Draghi. La politica monetaria deve restare “accomodante fino a che l'inflazione non si assesti in modo duraturo sul target” della Bce.
Mentre l’Fmi comunicava i risultati, nello stesso giorno, la Banca d’Italia rendeva noto che a marzo il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 15,9 miliardi di euro rispetto al mese precedente. Il che significa che ha raggiunto la quota record di 2.302,3 mld.