Su 192.446 imprese del design nell'Ue, 30.328 sono in Italia. Così come è italiano 1 addetto su 6 del settore. Ma nonostante ciò, l'Italia resta al terzo posto con un fatturato di 3,8 miliardi di euro, quasi la metà rispetto al Regno Unito (6,2) e dietro anche la Germania (4,2).
Un divario, secondo il 3° rapporto "Design economy" realizzato dalla Fondazione Symbola, dovuto sia alla competizione degli altri paesi che hanno creato un vero e proprio sistema di politiche di sostegno e di promozione, che all'eccessiva frammentazione delle aziende italiane: quelle con meno di due addetti sono il 45%.
Dal rapporto emerge comunque che le aziende che investono in design mostrano performance superiori alle altre. E se poi si vira verso tecnologie green i risultati migliorano ancora.
"Il design è strategico anche per sviluppare una nuova economia circolare – spiega Ermete Realacci, presidente della Fondazione -. Efficienza, minore impiego di materia ed energia, riciclabilità, riutilizzabilità: un passaggio fondamentale per una economia in grado di affrontare la grande sfida dei cambiamenti climatici".
"Non è legato solo all'estetica. Il design – continua Realacci - è connesso anche alla capacità di risolvere problemi complessi: dall’ideazione di nuovi prodotti all’individuazione di nuovi mercati, fino alla ricerca di nuovi significati. Ieri come oggi la creatività è l’infrastruttura immateriale del Made in Italy, non è un caso se la cultura del design è più forte dove ci sono imprese protagoniste del Made in Italy".