La Commissione europea rivede leggermente al ribasso le stime di crescita per l'Italia nel 2019. E lancia un allarme su deficit e debito, che rischiano di andare fuori controllo senza l'aumento dell'Iva programmato o misure che possano assicurare risorse equivalenti.
Mentre il debito schizza a 133,7% quest'anno e 135,2% il prossimo. In autunno la stima era di 131% e 131,1%. Lo scostamento tra il deficit strutturale che il governo dovrebbe assicurare quest'anno e quello che invece si profila dai conti dell'organo esecutivo dell'Ue è pari all'1,8% del Pil, pari a 30 miliardi di euro. Un divario di cui l'esecutivo Ue potrebbe tenere conto chiedendo un intervento correttivo.
Secondo le previsioni economiche diffuse da Bruxelles nel 2019 il Pil italiano crescerà dello 0,1%, e nel 2020 dello 0,7%: il nostro Paese si mantiene così all'ultimo posto della classifica europea.
"La crescita sommessa e l'allentamento di bilancio intaccheranno i conti pubblici, con deficit e debito che saliranno fortemente", rileva la Commissione. Nella nuova stima il deficit sale a 2,5% nel 2019 e 3,5% nel 2020 (stima che non comprende l'attivazione delle clausole di salvaguardia).
Oltre alla situazione in Italia, frena ancora la crescita dell'Eurozona, su cui "continuano a pesare le incertezze globali" con il "recente rallentamento della crescita e del commercio" mondiale. Così la Commissione rivede al ribasso il pil dell'Eurozona, all'1,2% per il 2019 dall'1,3% delle stime di febbraio (all'1,5% per l'Ue dal precedente 1,6%). In questo contesto la crescita "farà interamente affidamento sulla domanda interna".
Disoccupazione e debito pubblico continuano a calare nell'eurozona e nell'Ue nonostante il rallentamento della crescita. Il tasso scenderà nei 19 Paesi al 7,7% nel 2019 e al 7,3% nel 2020, ossia un livello inferiore a quello pre-crisi, mentre nell'Ue a 6,5% e poi 6,2%, dove già oggi è ai minimi storici. Così le previsioni economiche di primavera della Commissione Ue. Anche il debito pubblico continua la sua discesa nel complesso di Eurozona e Ue, rispettivamente a 85,8% e 80,2% nel 2019. L'inflazione resta invece debole, 1,4% per 2019-2020.
Anche la prima economia europea è in difficoltà. Il crollo del Pil tedesco, che nel 2019 con lo 0,5% sarà il secondo più basso dell'Ue dopo lo 0,1% dell'Italia, porterà a una significativa riduzione del criticato avanzo strutturale dei conti pubblici della Germania, che sarà tagliato dall'1,7% del 2018 all'1% nel 2019 e allo 0,8% nel 2020.