In media, il mercato unico dell’Ue determina per i cittadini europei un aumento annuo del reddito procapite pari a 840 euro. Il calcolo è dell’autorevole fondazione tedesca Bertelsmann. I dati che emergono dal rapporto esprimono due chiare tendenze.
In primo luogo, non sono le maggiori economie a beneficiare maggiormente del mercato, ma soprattutto i paesi esportatori relativamente piccoli. È il caso di Olanda, Austria e Belgio.
In secondo luogo, come era prevedibile, intorno al centro geografico dell’Ue si registrano i maggiori incrementi a livello locale. Ad esempio, le città di Amburgo e Monaco segnano rispettivamente 1.478 e 1.489 euro. Ma nelle regioni tedesche dell’Est la situazione cambia e si scende sotto i 700 euro. Se, invece, torniamo ai dati nazionali, la Germania nel suo insieme registra 1.046 euro.
C’è anche un aspetto che potrebbe apparire controintuitivo. Quelle di Zurigo (3.590 euro) e Londra (2.700) sono tra le aree a beneficiare maggiormente del mercato unico. Ma la Svizzera non è nell’Ue e il Regno Unito sta per lasciarla. Anche a lussemburghesi (2.800 euro) e irlandesi (1.900) non è andata male.
Se si scende verso Sud, i valori procapite cambiano radicalmente: Spagna (590 euro), Portogallo (500) e Grecia (400). L'Italia appare profondamente divisa in tre. Con un Nord che si posiziona appena sotto i mille euro (con due eccezioni: Lombardia e Provincia autonoma di Bolzano segnano rispettivamente 1.081 e 1.372 euro), e un Sud che si attesta sotto i 500 euro (tale limite critico è superato di poco solo dalla Sardegna). Il Centro resta in una via intermedia.
Secondo lo studio, tuttavia, le motivazioni sul modesto impatto del mercato unico nell'Europa del Sud non vanno ricercate a Bruxelles. Il problema è la modesta competitività di questi paesi.