“Senz'altro in questi mesi c’è stata una rivincita dell’Europa, che è tornata forte e si è dimostrata centrale nel panorama internazionale. Rispetto alla crisi dell’euro abbiamo compiuto in dieci settimane scelte che erano state negate o rinviate per dieci anni”. Lo dichiara il Commissario europeo per l’Economia.
Certo riconosce il commissario – “se ci si limita a paragonare l’entità del piano più i 100 miliardi di Sure si potrebbe considerarlo modesto rispetto alle risorse mobilitate negli Stati Uniti. Ma noi non siamo uno Stato federale e quelle somme vanno sommate ad altre per un 4,5% di Pil in media di sostegni dei singoli governi”.
Basterà? Bisogna che tutti i Paesi si impegnino per “evitare quella che io chiamo la Grande divergenza – aggiunge Gentiloni -. Queste spese straordinarie vanno gestite con una logica che non è di emergenza e l’obiettivo non è tornare alla situazione pre Covid. Non facciamo una grande operazione per tornare alla normalità di prima e per l’Italia sarebbe doppiamente sbagliato. Il Recovery Fund avrà successo se trasformerà le nostre economie in senso più sostenibile, più inclusivo e le renderà più competitive”.
Quindi – conclude il commissario - “più che cento progetti per dare segnali a tutti, penso sia importante concentrarsi su sette o otto aree di intervento che trascinino il resto”.